Abstract
Pregare è un mistero nel Mistero. È lasciarsi cogliere dall’incommensurabile sorpresa che Dio in Gesù affida a noi, noi umili, noi piccoli, noi inetti, noi disubbidienti, noi pigri, noi mediocri agli inclementi occhi del mondo e di noi stessi, il dono di intuire e assaporare il mistero di Dio.
Pregare significa ascoltare, osservare con l’immaginazione e con il cuore ‒ per dono dello Spirito Santo ‒ Gesù che annuncia, con i suoi gesti, le sue parole, i suoi sentimenti, la sua vita, la sua morte, la sua resurrezione che il regno di Dio, il regno dei cieli è vicino.
Pregare è il desiderio di poter scorgere in Gesù il segno vivente e la presenza di colui che Gesù chiama Padre.
Pregare è attesa paziente che questo accada. È la sorpresa di scoprire che ciò accade sempre e che per accadere non ha bisogno di nient’altro che di un testo, le Sacre Scritture, e del mio tempo.
Pregare è immergersi nella vita di Gesù per cogliere il frammento di verità, di vita, di luce che la nostra immaginazione e il nostro cuore saranno in grado di cogliere.
Pregare è sentire una gratitudine che tocca il cielo e brucia qualsiasi paura, qualsiasi senso di inadeguatezza, di vergogna o di indegnità. È lo slancio con cui si spera vi sia qualcuno che come noi vorrà lasciarsi trascinare e travolgere dall’amore di Dio.
Pregare è il libro sacro appoggiato sulle ginocchia. È gli occhi che si fanno ascolto. È il corpo che si apre e vibra di luce. C’era anche prima quella luce? Ci sarà anche dopo?
Pregare è riconoscere che non dipende da me. È riconoscere che non può non essere che così. Questo corpo che pesa anche quando è leggero, questo corpo che lungo le vie del mondo attraversa banchi di sofferenza densi come la pece e non ha altro da offrire che qualche timido sorriso, questo corpo che io sono e non sono, che ricevo in dono, offro in dono e spesso ‒ troppo spesso ‒ io stessa maltratto, questo corpo, in preghiera, è canto di lode che raggiunge la più lontana delle stelle e il più piccolo essere animato, il più piccolo granello di sabbia nel profondo degli abissi marini.
Mio Signore, mio Maestro e mio Dio, questo corpo e questa mente troveranno le parole per dirlo? Troveranno altri corpi e altre menti, altre anime disposte ad ascoltare e poi ad accogliere il dono che non io ma tu stesso offri loro? Riuscirò a essere un tramite e un’interprete umilmente convincente e convincentemente degna? Riuscirà questo libro a porgere ad altri l’invito che continuamente mi rivolgi? Consentirà a chi legge e a me che scrivo di condividere con gioia sempre più libera i frutti della preghiera e il dono di noi stessi che dalla preghiera nasce?
Guia Sambonet
Faccio parte dell’équipe di spiritualità del Centro culturale San Fedele di Milano come responsabile della Scuola di Preghiera. Offro accompagnamento spirituale individuale e di gruppo, in case di ritiro e nella vita quotidiana. Ho conseguito il Certificate of Retreat Direction (2007) e il Master of Theological Studies (2010) presso l’Università di Toronto e completato il corso di formazione per guide degli Esercizi Spirituali presso il Centro Ignaziano di Spiritualità-C.I.S (2013).In parallelo, da sola o insieme ad altri, progetto e guido incontri e workshop di Medicina narrativa, dedicati a medici, psicologi, psicoterapeuti, terapisti della riabilitazione ed educatori e a tutti coloro che desiderano esplorare il significato del proprio e dell’altrui vivere e del proprio e dell’altrui ammalarsi e morire utilizzando le arti visive e la scrittura. Ho lavorato come fotografa, traduttrice, curatrice di mostre e di libri d’arte e di design e come giornalista free-lance. Oltre che in Italia, ho vissuto in India, Brasile, Stati Uniti e Canada. Sono membro della Federazione Italiana Esercizi Spirituali (FIES), e socia del Coordinamento Teologhe Italiane (CTI), dell’European Society of Women in Theological Research (ESWTR) e della Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN).