Con le complicazioni dettate dalle normative anti-covid, nei mesi scorsi insieme a chi si occupa di sociale, di cultura e di pastorale ci siamo spesso chiesti “che fare”. Perché se è lecito agire in molti modi per ridurre al minimo i rischi di espansione del contagio, e la messa in pericolo dei vulnerabili, trovo profondamente sbagliato e immaturo lasciare che la generalizzazione della norma (talvolta inevitabile) venga accettata acriticamente. Che si accetti di troncare via dalla vita delle persone alcune dimensioni che, lo si voglia o no, sono essenziali tanto quanto (e a volte più decisive di) mangiare, bere, dormire, comprare, lavorare, stare a casa. La vita interiore è una di queste dimensioni che non è umano trascurare. La vita in natura anche. Ed è possibile continuare a farlo in totale sicurezza, pur senza rinunciare a dimensioni comunitarie.
Così insieme all’amico gesuita Leonardo Vezzani ci siamo cimentati con le giornate di “Meditare camminando”, una semplice gita in giornata proposta a chiunque, che prevede un’introduzione sul tema del cammino, una sosta “biblica” con lettura e commento di un brano, un tratto di cammino di circa un’ora in completo silenzio personale, il pranzo al sacco e al termine un momento di restituzione/condivisione. Tutto all’aperto, su sentieri del Comune (ha funzionato anche in zona arancione) o poco fuori città. Una proposta che da marzo 2021 a giugno, una volta al mese, ha smosso oltre 40 persone ogni volta, dai 18 ai 65 anni. Un’offerta di spiritualità a maglie molto larghe, accessibile a chi è più avvezzo come a chi si affaccia per la prima volta, senza momenti di culto di alcun genere, solo lo spunto su un brano e il suggerimento pratico, fisico, di un metodo per mettersi in meditazione, per fare comunità, per fare ritiro in maniera proattiva.
Nulla di nuovo, nulla di complicato. Ma in questa fase di incertezze e paure, comunque una sorta di inedito. Abbiamo bisogno di nuove formule, più semplici, più dirette, più essenziali, per non rinunciare a ciò che è importante, a quello che fa la differenza nella crescita e maturazione umana. A non lasciarci rinchiudere nelle solitudini o nelle pratiche di consumo. A non lasciarci distrarre dai flussi superficiali e dai bombardamenti mediatici, tornando a noi stessi e a slanci più alti, più coraggiosi che trovino radici dentro di noi, camminanti, pensanti.